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Quanti volti ha il divino? Un tema atavico, che da secoli anima disquisizioni e dibattiti di filosofi ed ecclesiali, credenti ed atei. L’artista italo-argentino Sebastiano Mauri (nella foto un’opera) affronta il nodoso argomento con serietà e rispetto delle differenze. Contestazioni e spunti di riflessione generati dal-la convinzione che l’idea di un Dio, unico ed infallibile, oltre ad essere una presunzione, è stata causa di conflitti ed intolleranze. Le pagine della storia sono infatti affollate da guerre economiche combattute dietro scudi istoriati di vessilli religiosi. La poetica laica dell’artista, profondo conoscitore di culti passati e presenti, prende voce attraverso il video “I believe in God”, visibile fino al 21 novembre nella NOTgallery (piazza Trieste e Trento 48). Le immagini proiettate scorrono lente, accompagnate dalle note di un solenne missaggio di invocazioni e nenie religiose. Davanti ad un ondulato drap¬peggio rosso ruotano, alternandosi su di un piedistallo, le divinità di ogni tempo. Una lenta e vorticosa dissolvenza che accomuna ogni culto in una panica preghiera universale. Non icone di Vergini rinascimentali o maestosi Buddha di pietra, ma souvenir turistici e rappresentazioni votive popolari di origine artigianale ed industriale, collezionati dall’artista trentaseienne durante i suoi viaggi. Si susseguono così Gesù a molla, Madonne di pietra lavica, Buddha incastonati nelle conchiglie, divinità egiziane e Shiva tascabili, a rimar¬care come di ogni Dio esistano infinite versioni. L’atmosfera ricreata dal suono e dalle immagini dona un’aura sacrale ad oggetti da bancarella, rappresentazioni fisiche dell’eterea ed impalpabile presenza del divino. Manufatti proposti anche in mistiche versioni fotografiche: atmosfere dark fuse a sgargianti fondali ambientano rari Buddha piangenti, Pachamama aztechi e statuine votive africane. Un pacifista messaggio di tolleranza universale, comprensibile andando oltre il fondamentalismo ed il pregiudizio. “Non esiste un Dio origi¬nale ed uno di cartapesta” afferma convinto Mauri, ed è per questo che ognuno di essi ha pieno diritto di essere venerato. E poiché ogni religione porta con sé una lunga tradizione di cerimoniali e riti folkloristici, la sala inferiore della galleria è trasformata in una sorta di cappella-reliquario: piccoli tempietti-presepi, altarini kitsch di ma¬gnetici equilibri, falsi preziosi e lucette natalizie. Teatralizzazione del-l’idolatria, di una fede universale da vivere da protagonisti, e non come comparse.  

allaricerca della faccia di dio by giorgio salzano, roma 2008