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Al video I Believe in God si accompagna una serie di ritratti fotografici nei quali un idolo/souvenir domestico appare sperduto in uno spazio indefinito. La fragilità più che l'onnipotenza sembra caratterizzare queste divinità, quasi a indurre il desiderio di adottarle. Anche le più lontane da noi possono sembrare plausibili e quotidiane sotto questa luce, così come possono apparire arbitrarie o improbabili quelle a noi più familiari.